8 – Manhattan + Atlantic beach

Agosto 2004

New York è sempre stata una delle nostre mete preferite. Racconto sempre che a Manhattan potrei anche fare il taxista. Non che ambisca alla posizione occupata

in genere dagli immigrati di ultimo arrivo ma, a parte le nuove buche sulle strade, posso dire di conoscerla bene. Amici che viaggiano poco e non capiscono, ci chiedono cosa ci torniamo a fare , ci siamo già stati !!?? Sì almeno 30 volte, poi abbiamo smesso di contarle. 😉

Invece che cercare una sola casa, essendo in Agosto ci piacerebbe anche passare un po’ di tempo al mare, magari su Long Island come l’altra volta, vedi scambio 2. Monique si cimenta con homeexchange.com e trova una soluzione ideale.

Appartamento sulla 2nd con la 48th + dimora in riva al mare sulle dune, Atlantic beach, ad appena 20 miglia dalla metropoli. Passeremo la prima settimana da soli in città e poi ci raggiungeranno Viviane, la sorella maggiore di Monique e il coniuge Aldo.

Monique scopre sul Web che le case appartengono ad una coppia famosa. Il marito Sid noto avvocato è stato vicesindaco di NYC

e la moglie Linda nota columnist del NY Post lavora in televisione. Gente simpaticissima con cui negli anni a venire svilupperemo un’amicizia genuina. Loro sono già venuti da noi ad Argegno in occasione del matrimonio della figlia a Roma nel mese di maggio. Ma torniamo a noi, cosa facciamo di bello a NY per l’ennesima volta? Giriamo tanto a piedi, esploriamo, curiosiamo, visitiamo musei, facciamo shopping, cazzeggiamo insomma.

Provo a darvi un’idea. Cominciamo a dire che NY cambia spesso e velocemente. Un quartiere malfamato, dove fina a qualche anno fa le bande rivali si lanciavano bottiglie e altro, diventa di colpo (grazie a vertiginosi investimenti immobiliari) alla moda. Le case bruciate vengono ridipinte di bianco.

Poi ricostruite. Gli antri devastati diventano gallerie d’arte. I sotterranei vengono trasformati dagli architetti in boutique di stilisti. Il tessuto di Manhattan poi è unico. Come si vede di frequente nei film d’azione, le strade più luminose e frequentate sono spesso intersecate da corridoi strettissimi tra i palazzi, pieni di rugginose scale antincendio e bidoni della spazzatura.

Anche il rumore della città è unico. Rombo incessante, quasi sempre nel sottofondo si sente una sirena, segnale del passaggio di un’ambulanza, una macchina della Polizia o dei Pompieri. A parte gli edifici nuovi, il materiale da costruzione più usato ancora oggi è il legno, i rivestimenti e gli isolanti sono di plastiche varie.

Nelle nostre case di pietra e mattoni, se accendeste un fuoco sul pavimento della cucina per bruciare una sedia,  😉 otterreste solo di affumicarvi e annerire il soffitto. Qui se una scintilla finisce su di una tenda, la casa è andata. I pompieri arrivano subito, ma servono solo a non fare estendere il fuoco alle case vicine.

Quindi ogni casa ha l’allarme antincendio, ho reso l’idea delle sirene? Anche l’odore di Manhattan è unico. L’aria fresca del mare spazza via velocemente l’inquinamento del traffico che non si accumula, ma si sente. E’ come il bouquet di un vino, bisogna nasare con attenzione, concentrarsi e separare le sensazioni. Sottofondo di asfalto, gomma e/o plastica, le note prorompenti di pretzel caldi bruciacchiati e senape,

gli aromi di frankfurters con i crauti agli angoli di midtown si trasformano in sfumature di suvlaki e spezie orientali, provenienti dai cart di acciaio inox verso downtown. I Ristoranti poi offrono tutte le cucine del mondo, in tutte le nuances. Dove potreste trovare un locale Moldavo vicino a un Tibetano con le sue tazze di the nero profumato dal burro di Yak rancido? Le porzioni sono quasi sempre

gigantesche. La ricchezza di pesce freschissimo a prezzo decente fa si che pure sushi e sashimi diventino gargantuelici come da Yama sulla 17th che non accetta prenotazioni. Profumi, cosmetici, patatine fritte, noccioline caramellate, pollo fritto, tutto si mescola con il bianco vapore che sgorga dalle tubazioni del teleriscaldamento.

Lo street-food è ovunque, quasi come se la gente non potesse vivere a più di trenta metri da qualcosa da mangiare o da bere. E’ quasi una droga che colpisce l’ipotalamo, siete a Manhattan.

Nel quartiere che una volta ospitava il mattatoio, i T-bone di carne frollata per 5 settimane pesano 3 libbre e non servono filetti meno spessi di 8 centimetri. Ah ricordatevi di chiedere la carne al sangue (si dice rare e non bloody, che significa sanguinolenta, come avevo chiesto una volta prima di imparare) altrimenti vi arriverà talmente cotta da farci la suola delle scarpe.

Le insalate sono servite in porzioni da famiglia. I più interessanti sono i deli di cucina ebraica, non perchè siano i migliori in assoluto, ma perchè i piatti che preparano a New York non li trovate altrove. In nostro favorito è il pastrami sandwich.

Le pantagrueliche proporzioni del contenuto di carne speziata tra due sottili fette di pane di segala spalmate di senape, non ci fermano dall’addentare questa leccornia al Carnegie Delicatessen. Se vi piace il fegato il chopped liver (patè), del Second Avenue Deli è il più gettonato della città.

Una serie infinita di ristoranti stellati vi propone poi il meglio della cucina mondiale. I negozi di leccornie da tutto il Mondo sono sempre pieni. Volete sfamarvi con un panino indimenticabile? Vale la pena di arrivare fino da Russ & Daughters sulla Houston e fatevi preparare un bagel scegliendo tra otto tipi di pane e dieci varietà di salmone selvaggio affumicato. Sotto ci va del cream cheese da sceglier fra 5 tipi e se volete pure la cipolla. 😉

Il mio museo preferito è quello di storia Naturale a ovest di Central Park. Monique preferisce il Metropolitan dall’altra parte del parco. Poi ci troviamo sempre nel bookshop del Metropolitan. Il tempo passa veloce, andiamo a prendere i cognati all’aeroporto di Newark con una Lexus prestata dai nostri ospiti e ci rechiamo al mare.

Una casa sulle dune che proteggono la spiaggia, di quelle che si vedono nei film, anzi ci hanno girato un paio di film. Ci saranno una dozzina di posti letto ed un salone con un finestrone alto sei metri. Cucina sulla balconata interna. Due minuti per trovare il costumino da bagno e siamo al mareee.

Spiaggia praticamente privata, sei persone, due gabbiani,  il seggiolone del Baywatcher. Acqua frescolina, sabbia bollente, cosa volete di più dalla vita? Il pensiero della spiaggia di Rimini è lontanissimo e nessuno passa per venderti crescentinee, cooocco fresco, gelattììì! Compra colana?

Prima di sera andiamo a fare la spesa. In Cadillac che vi credete. Una Eldorado Convertible del ’75, ottomiladuecento di cilindrata, otto cilindri, automatica, rossa, fa parte dello scambio! 😀 E pensare che la maggior parte della gente (giornalisti compresi) quando raccontiamo dello scambio casa, ci guarda un po’ come pezzenti che non se ne comprano una. Magari a Jesolo o Cazzabubbolo Marina  o in multiproprietà sulla Kosta Esmeralda Olè, costringendosi ad andare in vacanza sempre nello stesso posto. ;-p

Dietro al supermercato troviamo un Marshall’s una specie di outlet dove si possono trovare tutte le fine serie di marche prestigiose a prezzi stracciati. Abbastanza ordinato per questo tipo di negozi e pieno di occasionissime, irresistibile. Ceneremo in ritardo questa volta 🙂 Al mattino in spiaggia, pranzetto a casa e poi Manhattan non è lontana. Con la spiderona rossa giriamo tra i canyon della città.

Se guidi una macchina così al semaforo tutti cercano di parlare con te: – Hey you, have a nice day. – I Bicycle messenger si appoggiano alla macchine per non staccare le scarpette dai pedali e scelgono la tua: – Hey man, wonderful car, the Cadillac is the best – Se non avete mai visto un musical a Broadway non confondetelo con le pietose coreografie che ci spacciano per arte gli amici di Maria De Filippi. I teatri costano cari ma il livello delle rappresentazioni è talmente elevato, per le nostre abitudini provinciali, che dopo Broadway è difficile tornare nei nostri teatrini.L’ultimo corista in fondo alla fila straccerebbe i nostri cantantini di Sanremo e i corpi di ballo sono addirittura migliori di quelli di Hollywood. Ma se volete i biglietti a metà prezzo si possono comprare i lastminute in Times Square.

La fila è sempre lunga, ma se non piove è divertente passarci un’oretta a guardare la gente. Si guardare la gente è uno dei nostri passatempi preferiti qui.

Viviane si ferma spesso per strada a rimirare a bocca aperta i passanti più eccentrici, dopo un po’ ci si fa il callo i Newyorkesi non ci fanno più caso. Chinatown non è più caotica come una volta. Il Sindaco Giuliani ha costretto i cinesi a  eliminare le bancarelle e lavare tutti marciapiedi ogni giorno.

Sotto il ponte di Brooklyn c’è uno dei più vecchi dim-sum della città, il Triple Circle, da provare. La vicina Little Italy è confinata ormai a pochi nostalgici negozi superstiti .Ma da Canal street prendiamo il ponte  per andare al di là dell’East river. A destra c’è Brooklyn Hights la piu bella location di NYC perche dalle sue lussuosissime case si ha la più bella vista sulla città.

Sulla sinistra tra i due ponti c”è Dumbo. Ora è alla moda e pensare che nel 92 ci avevano offerto uno spazio di 100 mq per 100.000 $. Sarebbe stato un affarone, ma allora non era nei nostri piani.

Quì c’è la location preferita da Woody Allen e anche dalle coppie di neosposi che qui vengono a farsi fotografare con la limousine e almeno sette damigelle tutte vestite uguali. E’ anche la preferita da tutti gli amici che abbiamo portato fino a qui. 😉

Il tramonto è l’ora dell’aperitivo più romantico che si può. Il barman del River Cafè vi prepara da bere mentre guardate dal finestrone la skyline di Manhattan. Il Martini è secco come quello di James Bond e il prezzo pure, ma il posto è unico.

Eccosì i giorni passano, facendo i sciuri tra Manhattan e Long Island. Pranzi, cene, mercati, feste, spettacoli, gite, musei, bagni, cosa possiamo chiedere di più?

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